Storia, Cultura e Tradizioni di Pico

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Pico è un gioiello storico che si erge su una collina, circondato dalla bellezza naturale dei Monti Aurunci. Il suo centro storico, con strade strette, chiese antiche e una cinta muraria, ricorda un’epoca medievale. Questa affascinante cittadina è stata insignita del titolo di “Borghi più Belli d’Italia” per il suo impegno nel conservare il suo patrimonio urbano.

Pico è noto anche per essere la città natale del celebre scrittore Tommaso Landolfi, il cui legame con il luogo è celebrato attraverso un Parco Letterario dedicato a lui. Il borgo ospita anche le suggestive rovine di un Castello di epoca medievale, da cui si gode di una vista panoramica straordinaria.

Situato nel Parco Naturale dei Monti Aurunci, Pico offre numerose opportunità per gli amanti della natura, tra cui percorsi escursionistici, sentieri di trekking e percorsi per mountain bike. Il borgo è anche famoso per eventi tradizionali religiosi e sportivi, come il Rally di Pico, uno dei rally più antichi d’Italia.

Pico è rinomato anche per la sua enogastronomia, con prelibatezze locali come l’olio d’oliva, e la produzione di vino, salumi, pancetta e formaggio marzolina.

Non perdete l’opportunità di assaporare la cucina tradizionale, tra cui le sagnette e fagioli e le lumache al profumo di mentuccia.

Pico vi aspetta per un’esperienza autentica nella Ciociaria storica.

La storia di Pico

La storia di Pico è affascinante e risale a tempi antichi. Questo borgo medievale situato nella provincia di Frosinone, in Italia, è ricco di tradizione e patrimonio storico. Ecco una panoramica della storia di Pico:

Le Origini:
Il primo riscontro storico certificato di Pico risale al 480 d.C., quando la città fu distrutta dai Longobardi insieme a Pastena e Cassino. Tuttavia, è nel periodo tra il 1000 e il 1300 che si svilupparono le imponenti opere murarie della cittadella fortificata, testimoni della sua rilevanza strategica.

Il Legame con Montecassino:
Le tracce storiche diventano più chiare con documenti antichi che menzionano il Castrum Pica e l’Oppidum Pica, traducibili rispettivamente come Castello e Città fortificata di Pico. Nel 1049, Giovanni Scinto, discendente longobardo, e sua moglie Alfarana donarono Pico all’Abbazia di Montecassino. Dopo passaggi di mano, Pico tornò nelle proprietà dell’Abbazia tra il 1126 e il 1127.

L’Importanza Strategica di Pico:
Fino al 1300, Pico fu una città fortificata di rilevanza strategica, suscitando l’interesse di Papi come Vittore III e Callisto II. La posizione geografica di Pico, punto di collegamento tra le vie Latina e Francigena, la rendeva un luogo di confine tra il papato e i regni circostanti. Le lotte per il suo possesso, come la rivolta di Riccardo Pignardo nel 1124, sottolineano la sua importanza strategica.

Dal Medioevo all’Era Farnesiana:
Fino alla fine del 1200, Pico prosperò, contribuendo con quattro soldati alle crociate e ospitando chiese e un importante convento (San Nicola in Pica), da cui emerse il frate benedettino Seniorectus, successivamente Abate di Montecassino. Durante il periodo normanno, Pico fu uno dei capisaldi dell’Abbazia. Nel 1300, diventò possedimento degli Angioini e successivamente degli Spinelli, ereditato dai Farnese nel 1500.

Il Periodo Farnesiano e la Denominazione “Pico Farnese”:
Il periodo “Farnesiano” di Pico rappresenta solo una fase secondaria di una città già consolidata. La denominazione “Pico Farnese” deriva dal titolo di un componimento dedicato da Eugenio Montale, amico di Tommaso Landolfi, celebre scrittore picano.

Da Castello a Città Regia:
Nonostante il periodo Farnesiano, Pico mantenne la sua struttura muraria originaria tra il 1000 e il 1200. Nel 1802, ottenne il titolo di città regia e fu sede di pretura con un carcere nel 1700.

Pico nel XX secolo:
Dall’inizio del XX secolo, Pico è entrato a far parte dei “Borghi più belli d’Italia”, conservando il suo centro storico e la casa natale di Tommaso Landolfi. Nel 2014 è stato istituito un Parco Letterario® dedicato allo scrittore.
Oggi, Pico si presenta come un borgo di circa 3000 abitanti, ricco di tradizioni, circondato dalla bellezza naturale dei Monti Aurunci. Le sue strade strette, le chiese antiche, e il Castello in rovina testimoniano la sua ricca storia. Oltre alle bellezze storiche, Pico è noto per i suoi percorsi montani, le manifestazioni automobilistiche e le prelibatezze enogastronomiche come olio, vino, salumi e formaggi.
Pico, un luogo dove le pietre raccontano storie millenarie, rimane un affascinante scrigno di storia, cultura e tradizioni. Da antico castello a città regia, il suo percorso attraverso i secoli è un viaggio affascinante che continua a catturare l’immaginazione di chiunque si avventuri tra le sue strade e i suoi paesaggi suggestivi.

Miti e leggende

Esplora le Mistiche Storie di Pico

Immergiti nell’affascinante tessuto delle leggende e dei misteri che avvolgono il pittoresco paese di Pico. La tradizione popolare racconta di antichi fenomeni inspiegabili, in cui lo spirito notturno attraversava le strade deserte di via La Limatella, quando piazza Ferrucci era ancora una visione di ampi spazi liberi.

La cultura rurale di Pico è intrisa di racconti su lupi mannari e streghe, figure che hanno catturato l’immaginario collettivo nel corso dei secoli. Si narra che, in passato, donne dotate di poteri soprannaturali si ungevano con un unguento speciale durante le notti di luna piena, consentendo loro di sollevarsi in volo attraverso il cielo buio. Queste streghe, secondo la tradizione, colpivano i bambini, uno dei tanti misteri narrati dalle leggende locali.

I briganti, temuti e avventurosi, hanno anch’essi lasciato il segno nella mitologia locale. Si racconta che abbiano nascosto i loro bottini nei luoghi montani di Pico, e la fortuna di trovarli spetta solo a coloro che ricevono le coordinate in sogno. Tuttavia, il prezzo per appropriarsi del tesoro è ritenuto macabro, poiché le anime innocenti, afferma la leggenda, sono state sacrificate a guardia dei segreti nascosti.

Oggi, la tradizione persiste con la presenza di maghi e ciarmatori, custodi di antichi riti e pratiche sincretiche che uniscono la devozione cattolica a rituali ancestrali. La paura del malocchio è affrontata indossando ciondoli d’oro a forma di corno o croce, una pratica ancora diffusa tra i bambini picani.

Infine, un enigma più recente affiora nella forma del quadro della “Vergine che scioglie i nodi”, apparso misteriosamente sopra monte Pota. Un’opera insolita, legata a storie di eccidi durante la Seconda Guerra Mondiale, continua ad attirare visitatori affascinati dalla sua presenza enigmatica.

Scopri Pico attraverso le sue leggende e lasciati avvolgere dal mistero che permea il cuore di questo incantevole paese.

La leggenda delle Streghe e l’Incantesimo della Mezzanotte
In una notte d’inverno, quando la luna era solo un sottile bozzolo luminoso nel cielo, Pico si avvolse nel mistero. I vicoli stretti risuonavano di un vociare sottile, come un sussurro portato dal vento freddo che serpeggiava tra le case di pietra. Era il segnale. Le streghe di Pico si stavano riunendo.
Il punto di incontro era lungo via La Limatella, dove le ombre dei rami spogli danzavano sulla strada deserta. Le streghe, avvolte in mantelli scuri, si avvicinarono da ogni angolo del paese, come spettri che emergevano dalle pieghe della notte. Unghie lunghe e occhi lucenti, la loro presenza faceva gelare l’aria.
Alla mezzanotte esatta, le streghe si circondarono di un alone di luce fioca e, con un canto antico, iniziarono a spalmare un unguento misterioso su ogni centimetro della loro pelle. Le prime note del canto si diffusero nell’aria e, improvvisamente, le streghe si sollevarono in volo. Un volo silenzioso, come ombre oscure che si libravano nel buio.
Le strade di Pico erano illuminate solo dalla debole luce della luna, ma chi osò guardare fuori dalle finestre vide le streghe danzare in cerchi nel cielo notturno. La loro danza creò un vortice di energia magica, e le case sembravano sussurrare segreti tra loro.
Tuttavia, la magia delle streghe non poté durare per sempre. Qualcosa andò storto quella notte. Una presenza oscura si infiltrò tra di loro, interrompendo la loro danza incantata. Un’ombra sfrecciò nell’aria, disperdendo le streghe in tutte le direzioni.
Il mattino seguente, Pico si risvegliò sotto un cielo grigio e pesante. Le streghe, apparentemente svanite nel nulla, avevano lasciato dietro di sé solo domande senza risposta. Nelle settimane che seguirono, la gente di Pico riferì strane apparizioni e suoni inquietanti provenienti dai boschi.
Molti giurarono di aver sentito un debole canto notturno, un richiamo che sembrava provenire da un mondo oltre il velo della realtà. Le streghe di Pico, sebbene apparentemente scomparse, avevano lasciato una traccia indelebile di mistero e incantesimo, alimentando le notti invernali di Pico con un’atmosfera di paura e curiosità senza fine.