Altri personaggi illustri:

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Pico, un affascinante paese con una storia ricca, è la patria di molti personaggi degni di nota, ognuno con una storia unica. Tra questi, spiccano:

Adalgiso Ferrucci:
La piazza principale di Pico porta il nome di Adalgiso Ferrucci, un eroe locale della Seconda Guerra Mondiale. Nato il 1 maggio 1891 a Pico, Ferrucci si distinse per il suo coraggio e il suo impegno durante e dopo il conflitto mondiale.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, Ferrucci scelse volontariamente di arruolarsi nella guerra di Spagna e successivamente fu inviato come tenente colonnello a comandare il 3° battaglione sul fronte greco. La sua dedizione e il suo coraggio furono esemplari.

Il 7 novembre 1940, durante un’azione straordinariamente coraggiosa presso la chiesa di Sant’Elia a Delynaki, Ferrucci perse la vita, ma il suo sacrificio non fu vano. In riconoscimento del suo valore, fu promosso al rango di generale e gli fu conferita la medaglia d’oro, un segno tangibile dell’ammirazione e del rispetto che gli venivano tributati.

Adalgiso Ferrucci è un eroe ammirato e ricordato non solo a Pico ma in tutta Italia, un simbolo di sacrificio e dedizione al proprio paese che ispira ancora oggi. La piazza che porta il suo nome è un luogo di orgoglio e riflessione, un costante promemoria della grandezza che può emergere anche nelle situazioni più difficili.

Onorificenze

Medaglia d’oro al valor militare
«Comandante di colonna, audace ed entusiasta, sempre alla testa dei reparti avanzati che animava con la sua fede e con giovanile entusiasmo, sempre presente ove maggiore era il pericolo, guidava arditamente le sue truppe in più giorni di aspri combattimenti, espugnando importanti posizioni saldamente fortificate. Durante un’azione oltremodo violenta, contrastata da intensa reazione dell’avversario che era riuscito ad arrestare il movimento del battaglione, si portava di propria iniziativa alla testa dei suoi fanti e li precedeva nell’attacco riuscendo con l’esempio del suo indomito valore e con magnifico sprezzo del pericolo, ad imprimere nuovo slancio al movimento offensivo. Nel corso di tale eroica azione veniva colpito a morte. Superba figura di fante e di comandante audace e trascinatore. Delvianki – Doliana – Profeta Elia (Fronte Greco), 28 ottobre – 7 novembre 1940.»

Medaglia d’argento al valor militare
«In un assalto, guidò con mirabile ardimento il suo plotone, penetrando per primo nel reticolato. Ferito, continuò ad incitare con le parole e col gesto i propri dipendenti. Polazzo, 20-25 giugno 1915.»

Cavaliere dell’ordine della Corona d’Italia

Arrigo Conti:
Nato a Pico l’8 settembre 1893, Conti partì per la guerra il 2 giugno 1915 e cadde sul Carso il 30 giugno in una delle prime azioni di guerra. Il suo coraggio gli valse una meritata onorificenza. Non solo un eroe, ma anche un’anima sensibile, Conti compose versi e un diario di guerra toccante che furono pubblicati su iniziativa di sua sorella Maria.

Rossana Petrucci:
Nata a Pico nel 1954, trasferitasi a Roma, Rossana fu una scrittrice dallo stile maturo e coinvolgente. La sua opera include racconti e poesie che hanno ricevuto numerosi premi. Anche se scomparsa nel 2000, ha lasciato molte opere, tra cui “Cammino verso la morte,” un racconto che mescola finzione con elementi autobiografici, il tutto narrato con uno stile affascinante. Come affermato da Rossana stessa, “i miei libri sono umani, vorrei che gli altri ritrovino la forza di vivere” attraverso le sue parole.

Generale Ottavio Carnevale:
Decorato con una medaglia d’argento e due croci di guerra al valor militare per il suo coraggio in battaglia.

Don Antonio Grossi (1874-1956):
Pubblicò il libro “Pico Farnese – cenni storici” nel 1929 e “1946,” che trattava il periodo di guerra vissuto dai Picani. Queste figure eccezionali hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia di Pico, dimostrando coraggio, talento e impegno nelle loro rispettive discipline. Sono un esempio di come la piccola comunità di Pico abbia contribuito al panorama più ampio della cultura, dell’arte e dell’eroismo.

Don Costanzo Pompei
Don Costanzo Pompei, nato a Pico nel 1764 da una famiglia benestante, è una figura di rilievo nelle vicende storiche dell’Italia centrale tra il XVIII e il XIX secolo. Divenne Arciprete della chiesa di Sant’Antonino Martire, situata vicino alla sua casa natale, ma la sua vita ebbe una svolta notevole a causa dell’eco dei moti rivoluzionari che stava attraversando l’Italia.

Sotto la spinta del padre, Costanzo prese i voti e divenne Arciprete della chiesa di Sant’Antonino. Tuttavia, presto si interessò ai Movimenti Carbonari che stavano emergendo in quegli anni. Nel 1806, divenne un membro della Carboneria e iniziò la sua ascesa all’interno dell’organizzazione massonica. Prima come Assistente e poi come Maestro Antico della Carboneria, Costanzo si distinse come un membro di spicco di questa società segreta.

La sua storia è costellata di avventure. Nel marzo del 1821, Don Costanzo Pompei fu il protagonista della resistenza picana, difendendo l’ultima barricata contro l’assalto degli austriaci presso Porta Sant’Antonino. Questo atto di coraggio ebbe pesanti conseguenze, con 14 prigionieri, tra cui lo stesso Pompei, condannati a morte. Tuttavia, Don Costanzo Pompei fu fortunato e fu graziato.

Dopo diversi anni di prigionia nel bagno penale di Favignana, fu finalmente liberato poco prima del 1840 e fece ritorno a Pico. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi nuovamente al suo ruolo di Arciprete. Don Costanzo Pompei morì a Pico il 1º febbraio 1848.

Don Costanzo Pompei fu, innanzitutto, un uomo di Dio, ma fu anche un patriota coraggioso che lottò con determinazione e abnegazione per un governo più giusto e democratico, rischiando la sua vita e la sua carriera in nome di un’Italia migliore.